PROMESSE AMBIZIOSE, RISPOSTE DEBOLI
- InNews
- 14 ott 2025

Roma, 14 ottobre 2025
PROMESSE AMBIZIOSE, RISPOSTE DEBOLI
«Dopo mesi di attesa e grandi proclami, l’atto di indirizzo appena approvato si rivela un documento debole» – dichiara Angelo Testa, Presidente nazionale SNAMI.
Le risorse economiche stanziate sono del tutto insufficienti: l’aumento della quota oraria e capitaria è minimo, mentre si continua a parlare di Case di Comunità e obiettivi senza investire realmente sui professionisti che dovranno sostenerle. Si chiedono più compiti, ma non si riconosce il valore del lavoro svolto.
Ancora più grave è il silenzio totale sul 118 e sulla quota oraria: l’emergenza territoriale non viene neppure citata. È inaccettabile pensare a una riforma della sanità senza coinvolgere chi garantisce assistenza 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.
Sul tema della formazione si sceglie la strada più semplice ma più sbagliata: si introduce un tutoraggio che di fatto serve solo a coprire la mancata riforma del percorso formativo. Non si investe seriamente sui giovani medici, anzi: si va in direzione opposta rispetto al riconoscimento della Medicina Generale come vera specializzazione, continuando a considerarla un percorso di serie B.
Infine, si parla di flessibilità organizzativa, AFT e collaborazioni, ma manca completamente una visione professionale: nessun riferimento alla centralità del medico, alla sua autonomia clinica, al rapporto fiduciario con il paziente. Solo burocrazia e nuovi adempimenti.
La nota positiva è l’introduzione di maggiori tutele per maternità e genitorialità, una battaglia storica dello SNAMI finalmente accolta. È la prova che quando si ascoltano le nostre proposte, si possono ottenere risultati concreti per la categoria. Finalmente un punto che mette al centro il professionista e non il sistema
Conclude Testa: «Con un atto di indirizzo come questo difficilmente si potrà parlare di riforma vera. Confidiamo che il prossimo sappia dare risposta a tutte le nostre richieste – le stesse che porteremo avanti anche con lo sciopero – per tutelare davvero la Medicina Generale e i cittadini.»