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Accesso alla Medicina Generale: numeri insufficienti altro che inversione di rotta

  • InNews
  • 04 ott 2025

Accesso alla Medicina Generale: numeri insufficienti altro che inversione di rotta

Isola delle femmine, 4 ottobre 2025

I dati emersi dal confronto tra posti disponibili e partecipanti al concorso di accesso alla Medicina Generale evidenziano una volta di più le gravi criticità del sistema di programmazione.

«Questi numeri – dichiara Angelo Testa, Presidente Nazionale SNAMI – dimostrano ancora una volta la mancanza di una programmazione seria. Ma il problema non è solo quantitativo, è soprattutto qualitativo: il Corso di Formazione in Medicina Generale non è ancora stato trasformato in una vera specializzazione universitaria con un Settore Scientifico Disciplinare internistico. Finché la medicina generale resterà una formazione “di serie B”, non attrarrà le nuove generazioni come dovrebbe. Senza un riforma seria rischieremo di buttare contratti in alcune regioni per eccesso di partecipanti e in altre per difetto. Ci vuole una prova unica nazionale».

Il sindacato evidenzia inoltre un paradosso organizzativo: le assegnazioni delle scuole di specializzazione universitarie sono state pubblicate dopo il concorso MMG. Molti candidati assegnatari, dunque, non accetteranno il posto in medicina generale, preferendo intraprendere il percorso universitario. A questo si aggiunge il fenomeno noto degli abbandoni tra il primo e il secondo anno, che interessa circa il 20% dei corsisti, con un enorme spreco di risorse e di tempo.

«Abbiamo bisogno – prosegue Testa – di più qualità e più dignità formativa. È urgente trasformare il corso in specializzazione universitaria, sincronizzare i concorsi ed evitare che migliaia di giovani medici vengano esclusi o si perdano lungo il percorso. La mancata riforma è una responsabilità politica e istituzionale che oggi produce un doppio danno: ai giovani medici e ai cittadini, che continuano a pagare il prezzo della carenza di medici di famiglia».

Lo SNAMI ribadisce con forza che la medicina generale rappresenta il fulcro dell’assistenza territoriale e che senza un investimento serio e strutturale in formazione non ci sarà futuro per il Servizio Sanitario Nazionale.

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