POLITICA E SANITÀ
Triennio Mg 2018-21, più candidati. Snami no sanatorie ma allineare fabbisogni a esigenze Regioni
L’unica novità che emerge sul test di dicembre è che vi potranno partecipare pure i medici che si devono abilitare due mesi dopo, a febbraio 2019 (la data dell’esame di stato è il 12/2): al novero dei candidati ai 2093 posti messi in palio, il doppio di un anno fa, si aggiungono i “promossi” da una sessione d’esame che doveva invece alimentare il test del 2019. Questo avviene perché il Ministero ha indicato a marzo il nuovo inizio dei corsi triennali (cosa che nel bando poteva in teoria omettere, gli contesta l’Associazione dei giovani medici SIGM), e non intende far perdere tempo ai medici abilitati. Ma si pone un problema: a differenza dei candidati abilitati nel 2018, molti abilitati a febbraio 2019 che parteciperanno al test di dicembre nel 2019 sosterranno pure il test per entrare nelle scuole di specialità e se abbandonassero il corso di medicina generale la loro borsa si perderebbe a meno che un decreto ministeriale d’urgenza – come quello del 1° febbraio 2018 – non tenga aperta la graduatoria per rimpiazzare i posti resi vacanti.
Sul test in generale, Snami Giovani ritiene che i contenuti vadano tutto sommato bene, come spiega Simona Autunnali responsabile uscente: «E’ in prevalenza basato su clinica e pratica medica con riferimenti a linee guida, contrariamente al testo d’accesso alle scuole di specializzazione». Snami non è favorevole a una graduatoria unica nazionale finale. «Attualmente la medicina generale è molto ancorata al territorio, l’Italia prevede 21 sistemi sanitari e un corso di formazione a gestione regionale. Per questo non si può pensare ad un test nazionale, benché sia fondamentale mantenere una data unica con lo stesso test e le graduatorie regionali, determinando tra le altre cose anche un minor tasso di abbandono del corso. Si potrebbe pensare a programmare i due test, scuola formazione medicina generale e accesso alle specialità, nello stesso periodo, per far coincidere i due ingressi, riducendo gli abbandoni». Quanto all’attuale formazione per i futuri Mmg, «va migliorata, uniformata sul territorio nazionale, pur rimanendo il corso a livello regionale».
Conferma il Presidente Angelo Testa: «E’ utile riformare il percorso di studi valutando l’attuale esigenza sanitaria, anche con linee guida nazionali e rimodulando il “piano di studi-frequenza”. Si creerebbe così una nuova generazione di Mmg moderni! Il cambiamento deve partire dal sistema di cure, dal corso e dall’accesso alla formazione che richiede, come Snami ripete da anni, una buona programmazione per risolvere il problema della carenza di medici, che presto diverrà importante in tutta Italia. Sarà sostanziale riuscire a distribuire il numero dei posti del corso solo secondo la reale carenza regionale e va confermata la volontà di voler togliere le incompatibilità di tutti i corsisti agli incarichi in medicina generale. Andrà programmato infine l’accesso a Medicina per adeguare il numero di laureati alle reali necessità».