Certificati malattia. Snami:
“Subito il Polo unico della medicina fiscale”
Insieme al reintegro a pieno regime dei medici fiscali. Queste le proposte del sindacato per mettere ordine al settore. Ma è polemica con la Fimmg. Breccia: “Non è vero quanto dice Milillo. I medici non possono fare i certificati per telefono senza visitare il paziente”.
07 GEN – Un comparto dei Medici fiscali efficienti e ben retribuiti, e quindi la creazione di un “Polo unico della medicina fiscale”. Ma anche reintegro a pieno regime dei medici fiscali e autocertificazione per i primi tre giorni di malattia.
Sono queste le coordinate dettate dallo Snami dopo la vicenda dell’assenteismo dei vigili urbani di Roma che ha aperto le porte ad una querelle sui certificati di malattia
“Il recente Capodanno nero della capitale, con l’assenza per malattia di circa il 75% dei Vigili Urbani – ha sostenuto in una nota il sindacato – ha posto in evidenza da una parte la fragilità del comparto delle visite fiscali effettuate dalle Asl per i dipendenti pubblici e dall’altra le reazioni del Premier Matteo Renzi che promette di ‘cambiare le regole del Pubblico Impiego’ e del Ministro della PA Marianna Madia che scrive su Twitter ‘ispettorato Ministero Fp subito attivato per accertamenti violazione e sollecito azioni disciplinari’ e dichiara la volontà del Governo di passare dalle Asl all’Inps il controllo fiscale sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici”.
La strada da seguire è un’altra. “Il nostro sindacato – ha dichiarato Edoardo De Pau, responsabile nazionale del settore medicina fiscale dello Snami – ha sempre sostenuto in tutte le sedi istituzionali, quasi urlandola, la necessità di creare il ‘Polo unico della Medicina Fiscale” facente capo all’Inps che oggi ri-invitiamo a tornare indietro dopo che ha ‘affamato’ dallo scorso anno gli oltre mille medici fiscali già in servizio, adottando una ‘spending review’ di tagli selvaggi. Adesso l’ente dichiara pubblicamente di essere pronto ad assumere i controlli sulle malattie degli statali attualmente affidati alle Asl con una spesa pari alla metà di quella impiegata dalle strutture sanitarie, cioè 35 milioni di euro anziché gli attuali 70, e di fatto appoggia la costituzione del Polo Unico della medicina fiscale’ che invece la Politica ha rifiutato nonostante gli emendamenti presentati alla Legge di stabilità 2015”.
Ma se queste sono le proposte dello Snami, non manca anche qualche “bacchettata”: Snami ha infatto “corretto” le affermazioni del segretario della Fimmg Giacomo Milillo che il 4 gennaio aveva sostenuto nel corso di un Tg che per i pazienti cronici il certificato di malattia poteva esser fatto anche telefonicamente. “Basta con le interviste fuorvianti – ha replicato Gianfranco Breccia, segretario nazionale dello Snami – Per telefono? Non è vero. Mai fatto uno in vita mia. Anche in caso di cronici riacutizzati, come si fa a capire senza riscontro clinico la gravità della riacutizzazione e del suo impatto sulla eventuale prognosi?”
Alla presunta affermazione che “i medici di base potranno firmare gli attestati agli impiegati pubblici solamente dopo esami approfonditi” e della richiesta di avere automaticamente la visita fiscale ad ogni assenza riportata, che il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma avrebbe dichiarato alla stampa, Snami risponde che ”non c’è fine al peggio nella saga degli inciampi”.
“Noi viceversa lottiamo per un comparto dei Medici fiscali efficienti e ben retribuiti e da anni – ha aggiunto – e sosteniamo che almeno i primi tre giorni di malattia si devono autocertificare, come succede in diversi paesi europei. Esistono delle patologie non obiettivabili per cui il certificato medico di malattia si basa sostanzialmente sulla conoscenza del paziente e sulle sue dichiarazioni che potrebbero anche non essere vere. Come finirà? Con la solita bolla di sapone all’italiana e poco o niente cambierà in questo festival di falsa indignazione, immobilismo, scarso buon senso e dichiarazioni “poco lucide e qualunquistiche” preludio di futuri, prevedibili ed ulteriori inciampi.