Stipendi Mmg in calo? Snami: il peggio deve venire
Diminuiti gli stipendi dei medici di famiglia? In una misura penso inferiore all’8% dichiarato, però il peggio deve venire. Angelo Testa presidente dello Snami non si spiega la contrazione dei redditi dei medici convenzionati pari all’8% tra 2012 e 2013 estrapolata dall’Associazione delle casse previdenziali private Adepp nei giorni scorsi né con un numero di accessi alla professione inferiore ai pensionamenti, né con un crollo del reddito. È chiaro che il costo della vita per alcune voci è cresciuto, e che i nostri stipendi si contraggono. Ma dev’essere ancor più chiaro che con la convenzione che qualche sindacato si agita per firmare i redditi crollerebbero ancora, in costanza di esodi crescenti e con la necessità di remunerare di più i medici di famiglia anziché di meno. Quindi Testa e lo Snami non hanno nessuna fretta anche se è confermata la “wild card” per entrare in agitazione. «Ma per motivi opposti a quelli per i quali è in agitazione Fimmg. Noi – spiega Testa – non vogliamo questa convenzione “senza aumenti”, perché porterà gravi perdite reddituali ai medici. E non vogliamo contrattare sulla base della legge Balduzzi perché è lei a prevedere il taglio alle indennità di personale, associazionismo e informatica che ci verrebbe proposto a partire dal 1° gennaio 2016: firmare una convenzione su quella legge vuol dire per i medici di famiglia licenziare collaboratori, e impoverirsi in concomitanza con un rialzo dell’aliquota Enpam. Dobbiamo dire ai colleghi che si profila un taglio del 20% dello stipendio per molti di noi, e che bisognerebbe modificare alcuni passaggi della legge per evitare di accettare il capestro. Crediamo sarebbe un successo già smussare le parti della Balduzzi che mettono a rischio la sopravvivenza delle cure territoriali o ritardarne gli effetti».
Testa torna sulla convenzione: «Non sono definiti passaggi essenziali del ruolo unico, che non è realizzabile mettendo sullo stesso paziente un medico pagato a quote capitarie per l’equivalente di 38 euro all’ora e uno pagato 25 euro all’ora; in quel modo creeremmo una concorrenza con un esito devastante. Visto che il Ssn non può permettersi di pagare il medico a quota oraria come quello a quota capitaria l’alternativa qual è? E poi, se un medico ha una sede in casa sua, ed è “sospinto” verso un’aggregazione diffusa, dove lo mette il collega a quota oraria?» Con l’agenzia contractor delle regioni, la Sisac, il dialogo è interrotto (e questo è fin qui un punto in comune con i sindacati Fimmg e Smi). «Snami chiedeva di leggere l’intero articolato prima di firmare e non di siglare articolo per articolo. A noi non sta bene impuntarci su singoli articoli senza avere il “combinato disposto” con la legge Balduzzi che è la madre dei nostri problemi. Evidentemente la Sisac non vuol dare il resto dell’articolato o non ne dispone».
Testa torna sulla convenzione: «Non sono definiti passaggi essenziali del ruolo unico, che non è realizzabile mettendo sullo stesso paziente un medico pagato a quote capitarie per l’equivalente di 38 euro all’ora e uno pagato 25 euro all’ora; in quel modo creeremmo una concorrenza con un esito devastante. Visto che il Ssn non può permettersi di pagare il medico a quota oraria come quello a quota capitaria l’alternativa qual è? E poi, se un medico ha una sede in casa sua, ed è “sospinto” verso un’aggregazione diffusa, dove lo mette il collega a quota oraria?» Con l’agenzia contractor delle regioni, la Sisac, il dialogo è interrotto (e questo è fin qui un punto in comune con i sindacati Fimmg e Smi). «Snami chiedeva di leggere l’intero articolato prima di firmare e non di siglare articolo per articolo. A noi non sta bene impuntarci su singoli articoli senza avere il “combinato disposto” con la legge Balduzzi che è la madre dei nostri problemi. Evidentemente la Sisac non vuol dare il resto dell’articolato o non ne dispone».